
GOOD to EAT
- OLIO EVO 01 -
Un olio fatto chissà dove e chissà come, forse lo compra chissà chi...
Non necessariamente corrisponde al vero che un olio perché extravergine sia automaticamente “buono”. Ogni prodotto ha una sua identità che è composta da molte variabili.
A questo si aggiunge il fatto che molti oli in commercio classificati come extravergine, in realtà non lo sono veramente!
Capire come riconoscere un buon olio extravergine di oliva è fondamentale per evitare eventuali frodi. Nessuno vuole acquistare un prodotto che non vale i soldi spesi, che non ci soddisfa al gusto e che magari fa anche male alla salute.
Per imparare come riconoscere un buon olio extravergine di oliva basta seguire dei semplici accorgimenti, che ti permetteranno di orientarti nella giungla dell’offerta commerciale, sfruttando a pieno i benefici di un alleato del gusto e della salute. Non dimentichiamoci mai che l’olio viene consumato tutti i giorni, da noi e dai nostri figli.
1. Il prezzo al litro
Prezzi troppo bassi sono sempre sinonimo di scarsa qualità. Diffidate dall’olio extravergine di oliva che costa meno di 8 euro al chilo e venduto come 100% italiano. In base alle regioni e alla difficoltà della raccolta i prezzi cambiano; La Liguria o il Lago di Garda per esempio hanno una conformazione del territorio che spesso e volentieri non permette la raccolta meccanica delle olive, producono una quantità di olio extravergine inferiore ad altre regioni e quindi hanno prezzi più alti.
Acquistare un olio di scarsa qualità non porta solo a “rovinare” il sapore dei nostri piatti ma non è salutare. Bisogna quindi riflettere e pensare: è meglio comprare un olio extravergine al prezzo di 2,99 euro e usarne molto perché non sa di nulla o è preferibile acquistare un olio con un prezzo superiore e utilizzarne meno perché ha più sapore e mi fa anche bene alla salute?
2. Gli indicatori di qualità
L’acidità libera espressa in acido oleico, è un indicatore di qualità. Per essere classificato olio extravergine di oliva, questa deve essere al massimo di 0,8g/100 g. Per un buon olio extravergine questo valore deve essere possibilmente inferiore a 0,5 g. Altri indicatori sono il numero di perossidi che non deve superare i 20 meq O2/kg e che misura l’ossidazione primaria dell’olio. Infine gli indici spettrofotometrici che forniscono informazioni sullo stato ossidativo del prodotto e quindi sul suo grado di invecchiamento. Questi devono avere valori K232<=2,5, K270<=0,22 e DeltaK<=0,01.
3. La capacità della confezione è una spia
L’olio extravergine di oliva per legge deve essere venduto in contenitori chiusi ermeticamente con capacità massima di 5 Litri, 25 per i ristoranti, e devono avere un’etichetta “parlante”.
Il materiale della confezione deve essere preferibilmente in vetro o latta e non in materie plastiche. Quindi la scelta di un contenitore sbagliato da parte di un produttore denota anch’essa la qualità e l’attenzione che c’è verso il prodotto in esso contenuto.
4. Il momento della verità: la prova dell’assaggio
Ultima ma non per questo meno importante, l’analisi sensoriale che attesta l’assenza di difetti nel profilo aromatico. Questi ultimi dovuti eventualmente a condizioni non ottimali dell’intero processo produttivo. L’olio extravergine di oliva non deve avere difetti. Una volta aperto non necessariamente bisogna essere degli assaggiatori professionali per capire se un olio ha i requisiti minimi per essere di qualità. Una volta aperta la confezione, il profumo all’olfatto deve essere quello di vegetale, di erba appena tagliata, di oliva. Un profumo di fresco. Al gusto deve avere note più o meno accentuate di piccante e di amaro che sono elementi comprovanti la qualità dell’olio extravergine e non come tanti pensano segno di elevata acidità. Quest’ultima non è percepibile da parte dell’uomo ma unicamente tramite analisi chimiche. Infine l’olio extravergine di qualità lascia una bocca asciutta e pulita, non la sensazione di pastoso e di unto tipica degli oli scadenti.
Adesso sta solo a te scegliere consapevolmente!
Con Estrazione a freddo si intende che l'olio viene prodotto attraverso un processo meccanico, a una temperatura inferiore ai 27°C. La temperatura viene misurata durante tutto il processo di estrazione tramite delle sonde, che garantiscono che non salga mai al di sopra dei 27°C.



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